Alfa Castaldi
Una storia durata più di 40 anni, quella di Alfa con la fotografia, dai primi anni '50 fino al giorno della sua morte, nel dicembre del '95.
Allievo prediletto di Longhi a Firenze nel dopoguerra, Alfa nei primi anni '50 abbandona l'idea di un impegno nella storia dell'arte per occuparsi di fotografia. Vive intensamente il periodo del Bar Giamaica, con Ugo Mulas e Mario Dondero documenta la rinascita della vita culturale italiana, le nuove forme di espressione pittorica, gli scrittori, il giornalismo. Fino al 1959 si occupa di reportages, il Sud Italia, Parigi, l'Algeria, Londra, lavora per settimanali e mensili. Poi apre uno studio a Milano, conosce Anna Piaggi, che diventerà la compagna della sua vita, ed incomincia ad occuparsi anche di moda.
Negli anni successivi la fotografia diventa per Alfa un'esperienza a tutto campo: reportages, ritratto, moda, still life, attraverso la collaborazione con le maggiori testate italiane ed internazionali la figura di Alfa diventerà un riferimento fondamentale della fotografia italiana.
Dal 1954 al 1961 frequenta il circolo di intellettuali, pittori, scrittori e giornalisti che si incontrano al Bar Giamaica nel quartiere milanese di Brera.
E’ in questi anni che matura l’idea di occuparsi di fotografia e specificamente, inizialmente, di reportage, fotogiornalismo. E’ in stretto sodalizio con Ugo Mulas, Mario Dondero e Carlo Bavagnoli con cui ha un rapporto di ‘mutua assistenza’ professionale.
Collabora con l’Illustrazione Italiana diretta ai tempi da Livio Garzanti ed in seguito da Pietro Bianchi con cui ha uno stretto rapporto di amicizia, Settimo Giorno di cui è caporedattore Guido Rocca e, saltuariamente, Oggi e Le Ore.
Per L’Illustrazione Italiana e Settimo Giorno compie reportages e servizi in Italia (personaggi della cultura, cinema, vita sociale milanese, il sud Italia) ed all’estero (Parigi, la colonizzazione francese in Algeria, Londra, manifestazioni antinucleari in Inghilterra, il nord Europa, architettura di Le Corbusier in Francia, ecc.)
Nel 1958 inizia con Anna Piaggi, allora collaboratrice della rivista Annabella (Rizzoli) un ininterrotto rapporto di lavoro, molto "accademico" da una parte e "libero" dall'altra. In mancanza di uno studio le fotografie vengono realizzate in spazi prestati da amici. Il bar Giamaica serve anche da deposito per le macchine fotografiche!
La moda non é ancora parte della comune attività di Alfa Castaldi e di Anna Piaggi. Nasce però una forma preliminare di fotografia quasi-artistica, il cui contenuto, di oggetti (e, a volte, anche di cibo) segna l'inizio di una delle discipline di Alfa Castaldi, lo "still life", cui anni dopo, seguiranno i "collages" di spirito cubista, da Juan Gris a Picasso, realizzati con oggetti, tessuti e accessori della moda.
I ritratti di artisti e personaggi della cultura rappresenteranno una parte fondamentale della sua fotografia così come l'interesse etnografico per le radici del vestire italiano maschile, che verrà successivamente espresso in una serie fotografica realizzata per l'Uomo Vogue negli anni '70.
Alla fine degli anni ’60 apre un primo studio fotografico a Milano dove, seguendo il costante filone dei suoi multiformi interessi e delle sue curiosità, si dedicherà con continuità alla fotografia di moda. con una costante evoluzione di stile e di tecnica. E, soprattutto, con moltissima versatilità, sempre in team con Anna Piaggi.
La grande curiosità e cultura artistica é sempre stata per Alfa parte integrante del lavoro fotografico. Emblematico un servizio a Praga realizzato nel 1968, per la rivista Arianna. Per la prima volta un servizio di moda italiano viene ambientato nell'Europa orientale, in un momento di grande cambiamento. I dettagli dei monumenti e delle abitazioni storiche, dal municipio di Starè Mesto alla casa natale di Franz Kafka sono lo straordinario background della new wave di "abiti d'avanguardia" disegnati da Walter Albini, Ken Scott, Krizia, Jean-Baptiste Caumont.
Dal 1969 inizia una importante collaborazione con Vogue Italia. Ai grandi servizi di moda e di pubblicità seguiranno incisive "annotazioni fotografiche" per la rubrica Box, antesignana delle doppie pagine (D.P.) di Anna Piaggi iniziate nel 1988. Sempre nell'ambito del gruppo Condé Nast collaborerà anche a Vogue Bambini, Vogue Sposa, Vogue Uomo.
Con una "mano" proveniente dal reportage di attualità alternerà a Vogue altre riviste. Collaborazioni ai settimanali Panorama ed Espresso. Autore di due libri fotografici sull'"Italian style": "I mass-moda" con il testo di Adriana Mulassano (ed. G. Spinelli & C. Firenze 1979) e "L'Italia della Moda" con il testo di Silvia Giacomoni (Gabriele Mazzotta Editore, Milano 1984).
Nel 1996, un anno dopo la sua scomparsa, nel testo introduttivo di un premio AFIP (Associazione Fotografi Italiani Professionisti) a lui dedicato per la fotografia di ricerca, si legge: "attraverso un lungo percorso fotografico, Alfa Castaldi diventò una figura chiave della fotografia italiana degli anni sessanta, settanta e ottanta, restandone al tempo stesso un consapevole outsider. Tra le sue grandi qualità ricordiamo lo spirito libero e intellettuale delle origini, un'istintiva curiosità per l'immagine, sense of humour e un grande piacere personale per la fotografia di ricerca. La storia della fotografia di moda si era aggiunta, nel corso della sua carriera ai molteplici interessi culturali e negli ultimi anni era diventata per lui materia di insegnamento. Rivisitando le immagini dei grandi protagonisti della fotografia di moda, Alfa sapeva trasmettere ai suoi allievi un patrimonio di conoscenza, di esperienza personale e di gusto per l'immagine. Le sue analisi critiche e la sua profonda cultura fotografica sono state, per i suoi giovani allievi, altrettanti stimoli a portare avanti nuovi messaggi creativi".
Costantemente proiettato in avanti da vero Saggitario, Alfa non si è mai curato seriamente della archiviazione e conservazione del lavoro fotografico. Questo ha portato purtroppo alla perdita di molte immagini (il materiale pervenuto è probabilmente meno della metà del materiale originale, la maggior parte del lavoro editoriale di moda è andata perduta!) e di molta informazione correlata. D'altro canto la sua costante progettualità ha sempre mantenuto viva una spinta alla ricerca personale, regalandoci molto materiale inedito e particolare.
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